Non posso che iniziare questo post con una dichiarazione d’amore: sono un grande estimatore dell’opera di M.C.Escher. Penso che Escher meriti a pieno titolo di essere annoverato tra i massimi artisti di ogni tempo e luogo, non meno di Caravaggio, Michelangelo, Vermeer o Van Eyck. Trovo che il rigore e la profondità della sua messa in paradosso della rappresentazione prospettica classica abbiano spinto la visione umana ad esplorare territori impensati e perturbanti, ben aldilà delle mollezze e della facilità di Cubismo, Astrattismo e Surrealismo. La ragione per cui ne parlo qui è che l’opera di Escher è stata una delle principali fonti di ispirazione per il mio romanzo Acqua Morta.
Gli “omini” senza volto di Escher – che cammino a testa sotto senza battere ciglio, ignari del paradosso che li circonda – sono una metafora ricorrente, nel mio libro, della condizione umana. Il “rosone” intarsiato sul pavimento, al centro delle terme, è ispirato agli studi di Escher sul limite del cerchio e soprattutto alla sua famosa opera “Serpenti”:
Ammetto di aver ceduto qui alla tentazione di un leggero anacronismo: gli studi di Escher sul cerchio appartengono alla sua opera tarda, successiva alla guerra. E’ però storicamente vero che Escher abbia vissuto da giovane in Italia e che ne sia poi fuggito, verso nord e verso la madre patria olandese, paventando l’avvento del Fascismo. E’ di mia invenzione che si sia fermato a far tappa sulle Dolomiti, barattando uno dei suoi disegni in cambio di ospitalità.
A chi volesse approfondire la conoscenza di questo grandissimo artista, consiglio senz’altro di visitare il sito ufficiale della fondazione Escher.